La retinopatia diabetica è quella malattia della retina che colpisce spesso i soggetti con diabete a distanza di 8-10 anni dal momento di insorgenza del diabete. Si badi bene: non 10 anni dalla scoperta dell’iperglicemia, in quanto si può scoprire di avere il diabete molto tempo dopo rispetto all’inizio della patologia se non ci si sottopone a frequenti esami del sangue.
Ci sono due fasi nella retinopatia diabetica: una prima fase, detta “non proliferativa” o “intraretinica” (caratterizzata da presenza di emorragie nel tessuto retinico e/o accumulo di essudati) e una seconda fase, detta “proliferativa”, più grave e successiva alla prima, caratterizzata dalla presenza di vasi sanguigni neoformati che crescono in maniera disordinata e distruttiva, provocano frequenti emorragie e, alla fine, se non interviene la terapia, provocano distacco di retina e cecità.
La diagnosi di coinvolgimento retinico nella malattia diabetica si pone essenzialmente con un esame accurato del fundus (la parte posteriore dell’occhio dove è situata la retina) durante la visita oculistica. Chi soffre di diabete dovrebbe essere controllato almeno una volta all’anno in assenza di retinopatia.
La prima terapia, la più importante ed efficace, è il controllo severo della glicemia e della pressione del sangue. Le terapie oftalmologiche saranno inefficaci, o di breve sollievo, se il controllo della glicemia non sarà accurato. Tra i presidi dietetici, siamo convinti che una dieta povera di proteine animali e latticini possa essere molto utile. Nelle prime fasi di retinopatia diabetica la terapia oftalmologica si avvale di integratori alimentari che aiutano a proteggere la retina da ulteriori danni. In caso di edema maculare la terapia prevede un trattamento della retina con laser associato a volte a una terapia, somministrata tramite iniezione intravitreale, con un farmaco antiVEGF oppure un cortisonico.