Con il termine “glaucoma” si identifica un gruppo di condizioni patologiche oculari caratterizzate da un aumento della pressione interna dell’occhio. Una pressione intraoculare elevata danneggia il nervo ottico in maniera tanto più veloce quanto la pressione è alta causando deficit visivi anche gravi se la pressione non viene normalizzata per tempo.
La parte anteriore interna dell’occhio contiene un liquido nutritivo che si chiama “umore acqueo” che bagna lo spazio tra il cristallino e la cornea. Tale spazio si chiama “camera anteriore” e si distingue dalla “camera posteriore” che è lo spazio che si trova dietro il cristallino ed è riempito da una sostanza gelatinosa che si chiama “corpo vitreo”.
L’umor acqueo viene prodotto continuamente. Se avviene un intoppo al riassorbimento dell’umor acqueo il liquido in eccesso provoca un aumento della pressione interna dell’occhio. Se l’impedimento avviene a livello del trabecolato il glaucoma si chiama “ad angolo aperto”, se il blocco si verifica nel passaggio tra l’iride e il cristallino il glaucoma sarà ad angolo “stretto” o “chiuso”. Esistono anche glaucomi con meccanismo misto.
È la forma più comune di glaucoma. Ne è affetto circa il 2% della popolazione e la sua incidenza aumenta con l’età: è raro sotto i 40 anni e arriva a colpire fino al 10% della popolazione sopra i 60 anni. Non ha una causa scatenante nota. La familiarità certamente aumenta il rischio di soffrire di questa malattia, ma non è l’unico fattore in gioco. La malattia insorge e si sviluppa in maniera subdola: la pressione intraoculare aumenta molto lentamente per cui l’occhio non percepisce la differenza: non si avverte quindi né dolore né altre strane sensazioni.
Dipende da una tipica e congenita conformazione dell’occhio: gli occhi predisposti sono in genere affetti da ipermetropia, più corti del normale. In proporzione, il cristallino risulta più grosso e ingombrante che nell’interno di occhi normali. Questo fa sì che lo spazio tra l’iride e il cristallino sia più stretto, che si formi un blocco della circolazione dell’umor acqueo a questo livello e che l’angolo tra l’iride e la cornea si stringa provocando crisi di pressione alta.
È dovuto a una malformazione congenita del trabecolato. In questo caso spesso i bambini nascono con una cornea grande, sfiancata dalla pressione elevata.
Appartiene a un’ampia famiglia di glaucomi secondari ovvero dovuti all’effetto di altre malattie oculari. Il glaucoma neovascolare è una forma di glaucoma particolarmente grave perché caratterizzato da una pressione molto alta e da una terapia difficile. È secondario a grave retinopatia diabetica o è esito di una trombosi venosa retinica. Spesso si accompagna a dolore.
Per far diagnosi certa di glaucoma occorrono tre condizioni:
La pressione oculare si misura con strumenti chiamati “tonometri”. La tonometria è un esame non invasivo che fa parte della normale visita completa oculistica. Ne esistono di due tipi: contact e no-contact. Il vantaggio del tonometro no-contact è che è meno incisivo perché, appunto, non entra in contatto con l’occhio. Lo studio di Catania dispone di tutti e due gli strumenti.
Per far diagnosi certa di glaucoma occorrono tre condizioni:
La pressione oculare si misura con strumenti chiamati “tonometri”. La tonometria è un esame non invasivo che fa parte della normale visita completa oculistica. Ne esistono di due tipi: contact e no-contact. Il vantaggio del tonometro no-contact è che è meno incisivo perché, appunto, non entra in contatto con l’occhio. Lo studio di Catania dispone di tutti e due gli strumenti.
La misurazione della pressione intraoculare è più precisa se accompagnata a una misurazione dello spessore corneale. Il nostro studio di Catania è attrezzato con un preciso “pachimetro a ultrasuoni” per la determinazione dello spessore della cornea e un OCT del segmento anteriore per una mappa dello spessore corneale.
L’aspetto clinico della papilla ottica negli ultimi tempi ha assunto un maggiore interesse nella diagnosi precoce del glaucoma da quando alcune apparecchiature estremamente sofisticate permettono di analizzarne la anatomia. Il nostro studio a Catania è attrezzato con un FD-OCT di ultima generazione che permette l’analisi computerizzata della papilla ottica. Recenti studi hanno evidenziato che l’analisi computerizzata della papilla ottica permette di fare diagnosi di glaucoma incipiente prima della comparsa di iniziali danni al campo visivo permettendo così all’oculista di instaurare una terapia adeguata prima che la vista ne abbia a soffrire. Il dr. Fazio è stato un pioniere nella ricerca del significato diagnostico dell’analisi computerizzata della papilla ottica pubblicando il suo lavoro su una autorevole rivista internazionale già nel 1990.
L’esame del campo visivo si esegue in caso di rischio di glaucoma allo scopo di arrivare a una diagnosi precisa e si ripete periodicamente in caso di diagnosi di glaucoma allo scopo di seguire lo sviluppo della malattia.
Sebbene il glaucoma, non curato, possa portare a deficit irreversibili della funzione visiva, la terapia del glaucoma negli ultimi anni ha fatto tali passi avanti da poter sostenere che, una volta arrivati alla diagnosi, nella stragrande maggioranza dei casi si arriva a una stabilizzazione della condizione, impedendo ulteriori danni alla vista o evitandoli del tutto se la diagnosi è fatta abbastanza precocemente.
La terapia medica prevede l’instillazione di colliri accompagnata, a volte, dall’assunzione di farmaci per bocca o integratori alimentari per migliorare la resistenza del nervo ottico alla pressione intraoculare elevata. La terapia, almeno nelle forme croniche che sono le più diffuse, va eseguita con costanza. Dopo una prima fase durante la quale il medico determina quale sia il collirio, o la combinazione di colliri, adatto a quel particolare caso, sta però al paziente seguire con diligenza le indicazioni terapeutiche. Il medico non ha modo di verificare quanto regolarmente la terapia sia stata praticata prima della visita di controllo.
Nel caso del glaucoma ad angolo stretto la terapia laser consiste nel praticare un piccolo forellino nell’iride (la parte colorata dell’occhio) per creare una via di circolazione alternativa per l’umore acqueo. Una specie di “uscita di sicurezza” sempre aperta nel caso che il normale passaggio venga ad essere bloccato. Tale trattamento si chiama “iridotomia laser” ed è una procedura ambulatoriale che si esegue con semplice anestesia topica (con le gocce) dopo la quale non occorre bendaggio. L’iridotomia laser risolve l’attacco acuto di glaucoma ad angolo stretto ed è capace di prevenire ulteriori attacchi.
Quando le altre terapie non sono efficaci o non lo sono più, un intervento chirurgico può ristabilire una normale pressione intraoculare. Ci sono diversi tipi di interventi, il più frequentemente praticato si chiama “trabeculectomia” e consiste nel praticare una via di uscita alternativa per l’umore acqueo creando una specie di valvola sotto la congiuntiva. La trabeculectomia è però un intervento invasivo, che predispone alla cataratta, gravato da una serie di possibili complicazioni. Recentemente è stata messa a punto una nuova tecnica mininvasiva per il glaucoma: un microtubulo viene impiantato all’interno dell’occhio per mettere in comunicazione l’umore acqueo con lo spazio sottocongiuntivale.
Come si vede, diverse terapie possono essere messe in atto per la cura del glaucoma. In questa malattia, che decorre in maniera insidiosa, la terapia precoce è importantissima perché permette di bloccare la condizione in una fase in cui ancora i danni al campo visivo solo limitatissimi.