Cheratocono

Specialista Nella Cura Del Cheratocono A Catania

Il cheratocono è una malattia della cornea progressiva, non infiammatoria, tendenzialmente bilaterale, caratterizzata da un assottigliamento paracentrale del tessuto corneale causato da una progressiva “debolezza” di parte di tale tessuto. La porzione più “debole” della cupola corneale si “sfianca” progressivamente cedendo alla pressione interna oculare. Tale sfiancamento porta a una distorsione della superficie corneale. L’effetto della distorsione corneale è un disturbo visivo che dipende dall’elevato astigmatismo irregolare e, nelle situazioni più avanzate, dalle opacità cicatriziali corneali.
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Associazioni, sintomi e diagnosi del cheratocono

La prevalenza della malattia è intorno a 1/1000. Esiste un’associazione (ovvero una frequente coesistenza delle due malattie) con la congiuntivite allergica primaverile, la retinite pigmentosa, l’amaurosi congenita di Leber, la sindrome di Marfan e quella di Ehlers-Danlos, il prolasso della valvola cardiaca mitrale, la dermatite atopica e la sindrome di Down. 

I primi sintomi compaiono in genere alla pubertà e la situazione può peggiorare fino alla terza-quarta decade di vita, anche se possono esserci eccezioni alla regola. Altre condizioni simili al cherotocono sono la “degenerazione marginale pellucida”, la “degenerazione marginale di Terrien” e i rari “cheratoglobo” e “cheratocono posteriore”.

La diagnosi del cheratocono si basa sull’esame della forma della cornea eseguita con un topografo o un tomografo computerizzato e sulla misurazione dello spessore corneale eseguito con un pachimetro a ultrasuoni o con un pachimetro ottico computerizzato (tomografo od OCT corneale).
Diagnosi di sintomi oftalmici
Controllo specialistico della cornea

Soluzioni progressive e trapianto di cornea

Nelle fasi iniziali della malattia la correzione del difetto miopico e astigmatico con gli occhiali garantisce un visus soddisfacente; con il progredire della condizione patologica è necessario utilizzare delle lenti a contatto rigide perché il difetto ottico diventa troppo irregolare per potere essere corretto con gli occhiali; nelle fasi ancora più avanzate si ricorre al trapianto di cornea. I

l trapianto di cornea è risolutivo, anche se spesso occorre comunque una correzione del difetto refrattivo residuo con un paio di occhiali.
Non c’è terapia medica per il cheratocono. Un trattamento con il laser a eccimeri può migliorare la vista. Può essere applicato solo in casi selezionati.
Una forma di chirurgia che consiste nell’inserzione di “anellini” di materiale sintetico all’interno dello spessore corneale può migliorare la vista.

Innovativa terapia conservativa del cheratocono

Recentemente è stata messa a punto l’unica vera terapia conservativa del cheratocono, ovvero un trattamento che rinforzi la struttura della cornea al fine di evitarne lo sfiancamento. Tale terapia si chiama “cross-linking corneale” ed è stata ideata negli anni ’90 da un gruppo di ricercatori collegati con l’università di Dresda. Partendo dall’osservazione che i pazienti affetti contemporaneamente da cheratocono e diabete non subivano il graduale peggioramento dello sfiancamento corneale, Wollensak, Seiler e Spoerl cercarono la maniera di riprodurre l’effetto positivo del diabete sulle cornee dei pazienti affetti solo dal cheratocono. L’eccesso di glucosio nei pazienti diabetici provoca infatti uno speciale legame tra le fibre di collagene che costituiscono il tessuto corneale rendendo tale tessuto più resistente. È come se si infittissero le maglie di una rete. La procedura che tali scienziati hanno messo a punto si chiama CROSS-LINK (legame interlacciato) e consiste nell’attivare con raggi ultravioletti la cornea saturata con vitamina B2. 

I risultati ottenuti fino ad ora con questo trattamento consentono di poter promettere un certo miglioramento della curvatura corneale con un rallentamento o una sospensione del peggioramento visivo. La procedura è ancora troppo giovane per poter sostenere che il miglioramento sia definitivo o debba invece in alcuni casi essere necessario un nuovo trattamento negli anni a venire. Fino ad oggi sono stati rari i casi di necessità di re-intervento. L’indicazione migliore del cross-link è il cheratocono in fase non grave. È infatti una cura preventiva più che risolutiva di uno sfiancamento già conclamato.
Diagnosi del cheratocono
Chirurgia oftalmica

Controindicazioni, vantaggi e complicazioni del cross-link

Le controindicazioni al cross-link sono:
  • spessore corneale inferiore ai 400 micron nel punto più sottile;
  • pregressa cheratite erpetica;
  • grave occhio secco.
Le possibili, infrequenti, complicazioni sono:
  • edema corneale transitorio;
  • edema corneale persistente oltre il secondo mese;
  • appannamento del tessuto corneale (haze).
I vantaggi del cross-link sono:
  • unica vera terapia del cheratocono con rallentamento della progressione;
  • possibile prevenzione della necessità del trapianto corneale.

Terapia del cheratocono

Recentemente è stata messa a punto l’unica vera terapia conservativa del cheratocono, ovvero un trattamento che rinforzi la struttura della cornea al fine di evitarne lo sfiancamento. Tale terapia si chiama “cross-linking corneale” ed è stata ideata negli anni ’90 da un gruppo di ricercatori collegati con l’università di Dresda. Partendo dall’osservazione che i pazienti affetti contemporaneamente da cheratocono e diabete non subivano il graduale peggioramento dello sfiancamento corneale, Wollensak, Seiler e Spoerl cercarono la maniera di riprodurre l’effetto positivo del diabete sulle cornee dei pazienti affetti solo dal cheratocono. L’eccesso di glucosio nei pazienti diabetici provoca infatti uno speciale legame tra le fibre di collagene che costituiscono il tessuto corneale rendendo tale tessuto più resistente. È come se si infittissero le maglie di una rete. La procedura che tali scienziati hanno messo a punto si chiama CROSS-LINK (legame interlacciato) e consiste nell’attivare con raggi ultravioletti la cornea saturata con vitamina B2. 

I risultati ottenuti fino ad ora con questo trattamento consentono di poter promettere un certo miglioramento della curvatura corneale con un rallentamento o una sospensione del peggioramento visivo. La procedura è ancora troppo giovane per poter sostenere che il miglioramento sia definitivo o debba invece in alcuni casi essere necessario un nuovo trattamento negli anni a venire. Fino ad oggi sono stati rari i casi di necessità di re-intervento. L’indicazione migliore del cross-link è il cheratocono in fase non grave. È infatti una cura preventiva più che risolutiva di uno sfiancamento già conclamato.
Misurazione della vista
Esecuzione del cross-link

Le modalità di intervento del cross-link

Dopo l’instillazione di alcune gocce medicamentose e anestetiche, il paziente si sdraia su una poltrona reclinabile. Il chirurgo, con l’ingrandimento offerto da un microscopio operatorio, asporta l’epitelio corneale (morbida pellicola che ricopre la cornea) con una spatolina sterile. Vengono instillate le gocce di vit. B2 fino a completa saturazione corneale. La cornea viene sottoposta all’irraggiamento con luce ultravioletta per 30 minuti rinnovando ogni tre minuti la vit.B2.

Viene apposta una lente a contatto terapeutica per la durata di 5 giorni circa.
La procedura è assolutamente indolore.
È previsto fastidio, bruciore e lacrimazione per due giorni circa dopo il trattamento. La vista sarà annebbiata per qualche settimana dopo. Le normali attività potranno essere riprese dopo l’asportazione della lente a contatto, entro una settimana. Recentemente è stata messa a punto una nuova metodica di trattamento, chiamata “trans epiteliale” che consente un recupero funzionale ancora più veloce con minori fastidi post-operatori. 

I trattamenti sono effettuati presso il Centro di Chirurgia Refrattiva, diretto dal Dottor Fazio, all’interno della clinica “Hospital Seven H7” di Catania. Il Dottor Fazio è stato tra i primi nel sud Italia a eseguire il cross-link e ha messo a punto metodiche originali di trattamento con il risultato di una minore incidenza di complicazioni a parità di efficacia. 

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